LA GIOVINEZZA. I. Di folto e largo faggio Sotto l'intreccio verde, Bellissima una Donna : Il color della gonna Era purpureo, e bianco. II. In questo, e in quel colore Un tremolo fulgore. Par che il seren del core Su la fronte si spanda, E passi in chi la mira; E intorno al crin le gira III. È dunque invan ch'io scampo, IV. Levossi allora, e il viso, Come se letto intero Avesse il mio pensiero, Poi, guardandomi fiso, Fece volar tal suono : Non dubitar, più mai Tu non mi rivedrai, La Giovinezza io sono. V. E volte a me le spalle Degli occhi io la seguía, Dissi: è la Giovinezza. VI. Dunque i bei dì fuggiro? Io Primavera ovunque Volgo le ciglia dunque, Fuor che in me stesso, or miro? Quel volator selvaggio Canta, e non sente affanno, VII. Del tempo ancor non giunto, Nè tema, nè rimorso Lo tiranneggia punto. Nel viso trasformato Non legge il proprio fato, Non legge il proprio fine.' |