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Quando cantan gli augei, più lieve scuote, Sia caso, od arte, or accompagna, ed ora Alterna i versi lor la music' ora.

Finalmente d'accennar non si lascia, che daini v'erano e cervi, e simili animali, come vedesi in Inghilterra; atteso che ritiratasi Armida, Rinaldo per usanza ri

mane,

E tra le fere spazia, e tra le piante, Se non quanto è con lei, romito amante. Per verità sembrami, che l'immagine dell' Inglese giardino espressa sia ne' versi citati con una chiarezza a non lasciare desiderar di più, ed a farci conchiudere, che il Tasso fu l'inventore di questo genere; genere, del quale nè i giardini del tempo suo, ch' eran simmetrici tutti, nè le descrizioni, che abbiamo, degli anteriori, dar non gli poteano la menoma idea. E notisi ancora, che il Milton non potea non dipingere un giardino irregolare, così volendo il soggetto suo; quando troppo strana e sconcia cosa sarebbe stato il rap

presentare in que' primordj del Mondo pettinature di alberi, scale, terrazzi, e simili raffinatezze. Il Tasso per lo contrario, avendo a parlar dell' opere d'una maga, condotto era naturalmente dal suo soggetto ad immaginare quanto l'arte ha di più squisito e recondito, di più sorprendente e miracoloso. Tuttavia egli seppe uscir fuori di quelle camere e gallerie verdi dell'età sua, non curare i verdi rabeschi, dimenticarsi gli strali d'acqua, che spesso colpiscono l'ospite inavveduto; e con l'occhio intellettuale veder seppe un nuovo genere di delizia, che fosse meglio, che la natura, e nondimeno natura fosse, o una natura, per usar questa espressione, artifiziosa, che volle ornarsi, e parere ancora più bella.

Possiam dire pertanto, che non solamente de' giardini in generale, ma di questi eziandio più moderni, de' quali non si trova veruna idea prima della Gerusalemme, sia stata maestra in un certo modo alle

altre nazioni l'Italia; come se, dando loro le arti e le scienze, voluto avesse, quasi a sollievo degli studj più faticosi, dar loro anche ciò, ch'è il più puro de' nostri piaceri, e il ristoro maggiore de' nostri spiriti, giusta quelle parole che allegai sul principio, del Cancellier d'Inghilterra.

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APPENDICE.

Dopo avere io scritta, e mandata all'Ac

cademia di Padova la mia Dissertazione, il celebre Professor Malacarne pubblicò un suo discorso, in cui, parlando del Parco vecchio, che presso Torino fu piantato per ordine, e sul disegno di Carlo Emanuele I. Duca di Savoja, ed esaminando certe Lettere del Coppino, nelle quali favellasi di detto Parco, ei fa conghiettura, che questo avesse non poco della maniera, e del gusto Inglese. E non poco 'di fatto ne avea; come poi egli stesso s'accorse per una Lettera di Torquato Tasso a Giovanni Botero, che trovata fu dal Cavalier Tiraboschi nell' Archivio di Guastalla, e a me venne dalla gentilezza del dottissimo Professore comunicata. Ecco la

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