Page images
PDF
EPUB

VI.

O che ti piaccia

Di dolce Luna

L'argentea faccia
Amoreggiar;

Quando nel petto

La Notte bruna

Stilla il diletto

Del meditar:

VII.

Non rimarrai,
No, tutta sola:

Me ti vedrai

Sempre vicin.

Oh come è bello

Quel di viola

Tuo manto, e quello

Sparso tuo crin!

VIII.

Più dell'attorta

Chioma, e del manto,

Che roseo porta

La Dea d'Amor:

E del vivace

Suo sguardo oh quanto

Più il tuo mi piace

Contemplator!

IX.

Mi guardi amica

La tua pupilla
Sempre, o pudica
Ninfa gentil;

E a te, soave
Ninfa tranquilla,
Fia sacro il grave

Nuovo mio stil.

LA GIOVINEZZA.

I.

Di folto e largo faggio

Sotto l'intreccio verde,
Per cui varcando perde
Il più cocente raggio,
Un bel mattin di Maggio
Vidi posare il fianco

Bellissima una Donna :

Il color della gonna

Era purpureo, e bianco.

II.

In questo, e in quel colore
La guancia si tingea:
Nelle pupille ardea
Un tremolo fulgore.

Par che il seren del core

Su la fronte si spanda,

E passi in chi la mira;

E intorno al crin le gira
Di rose una ghirlanda.

III.

È dunque invan ch'io scampo,
Amor, dalla tua mano,
Ed io qui fuggo invano
Della tua face il lampo.
Se tra la selva e il campo
S'offron tai rischi al ciglio,
Per pace invan qui movo,
Poi che maggior non trovo
Nelle città periglio.

IV.

Levossi allora, e il viso,

Come se letto intero

Avesse il mio pensiero,
Colei vestì d'un riso.
Poi, guardandomi fiso,
Fece volar tal suono :
Non dubitar, più mai
Tu non mi rivedrai,

La Giovinezza io sono.

V.

E volte a me le spalle
Si pose tosto in via.
Degli occhi io la seguía,
Ch'iva di valle in valle;
E lei veggendo il calle

Premer con gran prestezza,
Nè su la propria traccia
Rivolger mai la faccia,

Dissi: è la Giovinezza.

« PreviousContinue »