Il rinnovamento della filosofia in Italia, proposto dal c. T. Mamiani della Rovere, ed esaminato da A. Rosmini-Serbati

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Pogliani, 1836 - 712 pages
 

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Popular passages

Page 18 - Ogni forma sustanzial, che setta è da matera ed è con lei unita, specifica virtù ha in sé colletta, la qual sanza operar non è sentita, né si dimostra mai che per effetto, come per verdi fronde in pianta vita. Però, là onde vegna lo intelletto de le prime notizie, orno non sape, e de...
Page 18 - Che sono in voi si come studio in ape Di far lo mele; e questa prima voglia Merto di lode o di biasmo non cape. Or, perchè a questa ogni altra si raccoglia, Innata v' è la virtù che consiglia, E dell' assenso de
Page 327 - ... amare odisse, cupere timere, angi laetari, haec et similia eorum in horum quattuor generum inesse nullo putat; quintum genus adhibet vacans nomine et sic ipsum animum èvâelé%eiav appellat novo nomine quasi quandam continuatam motionem et perennem.
Page 685 - Alio modo dicitur aliquid cognosci in aliquo sicut in cognitionis principio; sicut si dicamus quod in sole videntur ea quae videntur per solem; et sic necesse est dicere quod anima humana omnia cognoscat in rationibus aeternis, per quarum participationem omnia cognoscimus. Ipsum enim lumen intellectuale, quod est in nobis, nihil est aliud quam quaedam participata similitudo luminis increati, in quo continentur rationes aeternae.
Page 506 - E pure questa conoscenza è, qualuntjue cosa ella sia, perocché egli veramente conosce. La conoscenza adunque, e la sussistenza delle cose, non hanno niente di simile o di comune in fra di loro. Convien dunque dire, che la conoscenza sia una...
Page 697 - Adunque deve esistere un terzo fatto che spieghi la contraddizione anzi espressa, e fuori stando della spontanea unità abbia quotidianamente forza di tenere uniti in un subbietto medesimo quello che è spontaneo e quello che no. Ma '' provare che esiste questo fatto è provare appunto che deve esistere qualche cosa fuori di noi e sopra noi operante.
Page 633 - Ora il fondo delle idee tutto ho detto essere l' ente ideale, e questo è in Dio, e in Dio è Dio stesso, sebbene a noi non ci apparisca naturalmente come divina sostanza. Ma le determinazioni poi dell' ente non sono che modi diversi di vedere quest'ente; come appunto che cosa sono le figure pensate da me nello spazio? non altro che modi miei limitati di vedere lo spazio. Io restringo il pensiero entro certi confini, pensando lo spazio; questo raffrenamento del mio pensiero è quello che mi fa innanzi...
Page 500 - la percezione al tutto oscura della sussistenza, dall' altra noi « stessi pure abbiamo l' intuizione dell' idea : confrontiamo adun« que nella nostra unità la percezione , la passione nostra coll...
Page 506 - ... nel concetto di ciò che sussiste ella non si comprende , anzi da lui viene interamente esclusa, come dal sapore è escluso il suono. Se dunque la conoscenza sta in opposizione colla sussistenza delle cose, convien indurre sicuramente, che essa conoscenza non può risultare né formarsi da nessuna delle sussistenze a noi cognite, e però né dal mondo materiale né dall...
Page 618 - ... altre sfere. In questo senso le nostre idee sono eterne, e si trovano in Dio anche nella parte loro soggettiva. E tuttavia noi non le veggiamo già perché sieno in Dio; ma sono in Dio, perché egli ha voluto che fossero in noi, e che in noi sì generassero a quel modo che in noi si generano.

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